Si ritiene che le notti bianche siano un fenomeno atmosferico peculiare alle zone situate ad alte latitudini e che si caratterizzi nell’ assenza dell’oscurità durante le ore notturne: in virtù del fatto che il sole non scende mai sotto l’orizzonte, esso mantiene una luce crepuscolare anche nell’ arco di tempo che va dal tramonto all’ alba. Eppure questa idea delle notti bianche non rende giustizia all’ intensità di un fenomeno assoluto, perché proprio in quel periodo qualcosa di diverso accade.
Il Baltico sembra intonare il suo canto teso, sapori primaverili affiorano come profumi estatici, la città viene stravolta da un’atmosfera surreale, tra il mistico e l’irreale: i canali e i lungofiumi, sempre compassati, sembrano sorridere, le guglie dorate che durante l’anno svettano ed orientano i passanti tergiversano, barcollano, assumono la forma d’un punto interrogativo, lo stesso che si posa sui contorni degli oggetti, sfumati, e sulle mattine che rincorrono le nottate passate all’ aperto a passeggiare di fronte alla grande Neva e a veder le navi passare.
I riflessi obliqui dell’acqua – e quanto sa essere ingannevole l’acqua – si rincorrono e cedono spazio a tutto quello che la fantasia ha accumulato durante i lunghi attriti dell’inverno russo. E le statue dei giardini si fanno più leggere e, con il loro sguardo complice, assistono sornione a questa esplosione ormonale e spirituale, d’una melodia al di sopra del canto, governata da un ritmo oltre qualsiasi regolarità e dinamica. La luce acquista un’intensità inaspettata, gli oggetti mutano, e con essi i sentimenti. Infatti, l’amore è l’unica forma possibile durante il periodo delle notti bianche: come i raggi di sole si distendono sull’ acqua di fronte alla fortezza a ridosso della mezzanotte, anche le emozioni e i sentimenti si perdono con l’ambiente, bagnandosi in questa rarefazione lunare che non esiste altrove.
E poco importa se verso mezzanotte sale una leggera brezza e, in quelle rare nottate, un’afa meridionale. Il tempo ritorna alla sua essenza primaria, dilatazione dei sensi, allegria di soli acuti, e si entra in quella sostanza dove i sogni non hanno mai inizio, per il semplice motivo che mai hanno avuto fine. E, come diceva Brodskij, durante quelle notti è possibile udire il tintinnio d’un cucchiaino cadere in Finlandia.
ITINERARIO. Vertiginosa può essere una passeggiata verso mezzanotte in un giorno qualsiasi di fine giugno in piena solitudine. Partire dal chiasso della prospettiva Nevskij per poi svoltare al ponte Anichkov e tenere il silenzioso lungofiume fino ai giardini d’Estate, dove intravedrete gruppetti di ragazzi suonare la chitarre e i tantissimi “curiosi di mezzanotte”. Continuare attraversando il campo di Marte per giungere al ponte Trojtskij, di fronte al quale si apre un panorama che non aspetta altro che d’esser contemplato. E da lì, seguire il lungofiume che porta al museo dell’Hermitage, per poi assieparsi a ridosso del ponte Dvortsovyj, dal quale si respira l’anima della finestra sull’Europa…
La festa delle vele scarlatte
La festa chiamata Alye Parusa [“Алые паруса“ in russo], o delle vele scarlatte, è una delle magie riservate dall’estate pietroburghese a tutti gli abitanti della città. Così è chiamato, infatti, il ballo di fine anno dedicato a tutti coloro che terminano gli studi superiori. Alye Parusa, storicamente, si festeggiò negli anni dal 1969 al 1979 ed è stata riabilitata solo nel 2005, ma è diventata una delle feste chiave dell’anno a tal punto che agli stessi pietroburghesi pare che questa festa sia sempre esistita.
La festa delle vele rosse si festeggia la notte tra il 18 e il 19 giugno: attorno alle 23 e 20 minuti fa il suo ingresso sulla grande Neva la leggendaria imbarcazione che trasforma l’usuale panorama in qualcosa di fiabesco, romantico e allegro allo stesso tempo.
Lo stesso Pietro Il Grande, che fondò la sua San Pietroburgo (all’epoca chiamata Pietrogrado) proprio nel mese di maggio, sembra sia stato stregato da una di queste notti infinite, sconosciute in tutte le altre città della Russia. E, a distanza di più di trecento anni, non possiamo che confermare la bellezza d’un luogo che, per le sue condizioni atmosferiche e psicologiche, sa essere unico al mondo, sia d’inverno che d’estate.
Tecnicamente
Tecnicamente le «notti bianche» sono quel particolare fenomeno atmosferico dovuto alla particolare posizione geografica della città di San Pietroburgo, collocata al 60° parallelo nord, in virtù del quale il buoi serale sembra non arrivare mai, il giorno si spegne in uno spettro di colori chiarissimi e l’alba lo rincorre non lasciando il tempo alla notte di arrivare.
La stessa per cui i pietroburghesi sanno perdonare le rigide giornate invernali. Alle undici e mezza di sera è possibile vedere il tramonto, che lascia spazio, nel periodo di massima estensione, ad un paio d’ore di scuro, dove però una parte del cielo è sempre illuminata.
Le notti bianche a San Pietroburgo si manifestano da fine maggio fino all’inizio di luglio (circa 50 giorni in totale) vivendo la propria apoteosi il 21 giugno, allorché il giorno dura quasi 18 ore, dalle 4:30 alle 22:00. San Pietroburgo è la sola metropoli al mondo in cui tale fenomeno si manifesta ogni estate.
Da questo fenomeno l’accezione di “notti bianche” come periodo in cui i negozi di un centro storico sono aperti anche la notte per dare la possibilità ai clienti di godere del centro e allo stesso tempo di fare shopping.
San Pietroburgo è considerata la più bella città della Federazione Russa e il suo nome è intimamente legato a illustri artisti e scrittori vissuti nei secoli scorsi: da A. Pushkin a F. Dostoevskij, da V. Mayakovskij ad A. Akhmatova. San Pietroburgo è il centro amministrativo della regione nord-occidentale della Federazione Russa (chiamata semplicemente Russia) ed ha cambiato nome diverse volte nel corso della sua storia.
La città è situata nella zona dell’Europa del Nord all’ interno della Federazione Russa sulle rive del golfo di Finlandia e sulla foce del fiume Neva. San Pietroburgo si trova a circa 300 chilometri dal confine con la Finlandia.
San Pietroburgo rappresenta uno dei più importanti centri economici, culturali ed accademici della Federazione Russa. Il centro storico di San Pietroburgo e i monumenti posti lungo la città rientrano nella lista delle bellezze del mondo stilate dall’ UNESCO: infatti, San Pietroburgo è da tutti considerata la città più bella della Federazione Russa della quale il governo e i suoi rappresentati vanno fieri.
I più importanti musei di San Pietroburgo sono indubbiamente il museo dell’Hermitage e il museo russo. I monumenti più significativi, invece, sono Il cavaliere di bronzo, la colonna di Alessandro, le colonne rostrate, l’ammiragliato e il monumento a Nicola I. Tra le piazze, annoveriamo piazza del Palazzo (sede del museo dell’Hermitage), piazza delle arti e piazza Teatral’naja. Le chiese più conosciute sono la cattedrale di Sant’Isacco, la Chiesa del nostro signore sul Sangue Versato e la cattedrale di Kazan.