USHUAIA, capoluogo della provincia Argentina della Terra del Fuoco, è la città più australe del mondo di 65.000 abitanti.
La fondazione risale al 1884, anche se per molti anni la località rimase praticamente sconosciuta agli occhi del mondo, essendo frequentata esclusivamente dai galeotti condotti alla collina penale di massima sicurezza istituita nel 1896.
La popolazione rimase scarsissima fin quasi la metà del Novecento, come dimostrano i censimenti compiuti nel 1893, da cui risultano 149 abitanti, e nel 1914, quando la città arrivò a malapena a 1.500 residenti.
La svolta coincise con la chiusura del penitenziario, ordinata nel 1947 dall’allora presidente Juan Peron, seguita da un’apertura sociale e culturale precedentemente resa impossibile dalle restrizioni imposte della prigione.
Il lavoro degli ergastolani, che durante la loro permanenza furono costretti a rendersi utili disboscando, costruendo edifici, ma anche stendendo le prime rotaie della “Tren del Fin del Mundo”, il cui nome è legato a quelle credenze che facevano coincidere i confini del mondo con Capo Horn, risultò utilissimo ai fini della crescita demografica ed economica di Ushuaia che, specialmente negli ultimi anni, ha ottenuto ingenti proventi dal turismo.
La Terra del Fuoco, come la chiamò Magellano quando dal mare vide i falò accesi dagli indigeni lungo la costa, è una terra inospitale, aspra, dura per chi è chiamato a viverci durante l’anno, ma assolutamente straordinaria per chiunque abbia intenzione di trascorrervi una vacanza.
Ogni pietra, ogni pianta, ogni singola goccia d’acqua di Ushuaia e del territorio che la circonda ha un suo fascino, in gran parte dettato dai tratti avventurosi propri di una gita ai “confini del mondo”.
Il centro di Ushuaia è ricco di interessanti edifici colonici, specialmente nei dintorni del corso San Martin, la via principale, ai lati della quale si incontrano diversi cimeli, targhe, piccole lapidi, statue ecc… dedicati a due grandi esploratori, entrambi profondi conoscitori dell’Argentina, tra i primi a mettere piede in questi inospitali territori: Fitz Roy e Charles Darwin. Sempre lungo corso San Martin si concentrano la maggior parte dei negozi, dei pub, e dei ristoranti, dove gustare alcune pietanze tipiche a base di pesce , come granchi, thornback e diverse qualità di molluschi, ma anche di carne, come lo squisito agnello del fuoco.Vista l’importanza storica che ha rivestito per la zona non si può non visitare l’antico penitenziario, profondamente trasformato nell’aspettato, ed oggi ridotto ad un cumulo di macerie, ma ancora molto vivo dal punto di vista emozionale. In ricordo del sudore e del sangue versato nella colonia penale è stato inaugurato il Museo del Fin del Mundo, che celebra il lavoro compiuto dagli ergastolani per la costruzione della città.
Le mete ed i siti più interessanti sono però al di fuori dell’abitato. La Tierra del Fuego National Park, istituito nel 1960 e raggiungibile col Treno de Fin del Mundo, è una spettacolare distesa di boschi, montagne, cascate e ghiacciai, abitanti da decine di specie animali tra i quali volpi, castori, guanachi e condor, che include svariati itinerari paesaggistici immersi nella natura. Alcuni degli scorci più belli sono quelli della Lapataia Bay, situata sulla costa meridionale, e dei laghi Fagnano e Roca. Un’altra visita molto stimolante è quella che, a bordo di un battello, conduce nei pressi di Capo Horn, la porta dell’Antartide con l’attraversamento di tutto il canale Beagle, che separa l’isola Grande da altre piccole isole meridionali, fino a sboccare in mare aperto, dove la sensazione di gelo pungente sarà mitigata dalla bellezza del litorale, abitato da pinguini dagli occhi gialli e da leoni marini, e sorvolato da grandi uccelli, le cui ombre vengono proiettate sulle calotte ghiacciate che si aggirano per il mare, ricordandoci la vicinanza con il Polo Sud.
Mete più comode da raggiungere sono invece il Faro Les Eclaireus, da non confondere con il Faro del fin del mundo citato da Jules verne, ed alcune aree sciistiche situate presso i più grandi ghiacciai della zona, come il Cerro Castor ed il Glacial Martial.
Per chi non vuole perdersi proprio nulla di questa terra così affascinante, ma allo stesso tempo ama il comfort e non ha intenzioni di congelarsi dal ponte di qualche battello scalcagnato, l’ideale è prenotare una crociera. A bordo di navi più simili ad alberghi di lusso si potranno passare in rassegna anche le Isole Falkland, qualche centinaia di chilometri a nord-est di Ushuaia, ed avvicinarsi il più possibile alle rocce ed ai ghiacciai dell’Antartide.
Raggiungere “i confini del mondo”non è poi così difficile come può apparire, vista la presenza di un piccolo aeroporto internazionale a pochi chilometri dall’abitato.
Il clima è decisamente particolare e difficilmente inquadrabile all’interno dei modelli climatologici classici, presentando inverni abbastanza miti, a fronte della latitudine, con temperature medie attorno ad 1 grado, ed estati fredde, in cui è raro superare i 12/13 gradi. Le precipitazioni non sono particolarmente abbondanti, essendo nell’ordine dei 550/600 mm di pioggia all’anno, ma i giorni di pioggia o comunque nebbiosi e umidi sono molti, in media quasi due su cinque, alternanti a belle giornate in cui i forti venti oceanici riescono a spazzare via le nuvole disegnando cieli da cartolina. La marcata presenza del vento è tangibile anche osservando il fusto degli alberi cresciuti sulla costa, i cosiddetti flag-trees, tutti perfettamente incurvati secondo la direzione delle correnti d’aria.